Il 10 devo partire con altri 3 miei amici dall'aereoporto di malpensa...scioperi permettendo, qual'è la stazione più conveniente in cui arrivare, visto che mi hanno detto che da Milano l'aereoporto è distante 80km, non sarebbe più conveniente un'altra stazione?
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Dentro all'aeroporto di Malpensa c'è la stazione ferroviaria, con il treno Malpensa Express parti dal centro di Milano, Stazione Cadorna, e arrivi direttamente con il Terminal 1 di Malpensa.
La frequenza è ogni 30 minuti e la durata del viaggio di circa 40 minuti. Per maggiori informazioni su orari e tariffe chiama l'199.151.152 attivo 24 ore su 24 o vai su: www.malpensaexpress.it
con l'aereo paghi na sciemenza..!
Con trenitalia arrivi in Stazione centrale. Da lì c'è il pullman che porta a Malpensa, ma il mezzo più comodo è il MXP Express, che si prende a Cadorna. Dalla Stazione Centrale devi quindi prendere la metropolitana verde, scendere a Cadorna e prendere il treno per Malpensa (salendo dalle scale della linea verda vai a destra, esci davanti alla stazione delle Nord e - solitamente al binario 1 - trovi il Malpensa Express).
"Vorrei commentare alcuni punti della lunga e complessa intervista che Papa Benedetto XVI ha rilasciato alla televisione del suo Paese e che, naturalmente, non lascia cadere il tema dell’aborto, tanto caro alle gerarchie ecclesiastiche.
“Il cristianesimo, il cattolicesimo, non è un cumulo di proibizioni, ma un’opzione positiva…Anzitutto è importante mettere in rilievo ciò che vogliamo. In secondo luogo, poi, si può anche vedere perché certe cose non le vogliamo…Per quanto riguarda l’aborto, esso non rientra nel sesto, ma nel quinto comandamento: Non uccidere. E questo dovremmo presupporlo come ovvio, ribadendo sempre di nuovo: la persona umana inizia nel seno materno e rimane persona umana fino al suo ultimo respiro.”
Si enunciano quindi come dati di fatto incontestabili concetti che non appartengono né alla Bibbia, né al Vangelo e sono quindi, per definizione, direi, costruiti dall’uomo. I cosiddetti 10 Comandamenti, che appartengono al Vecchio Testamento e sono stati cooptati successivamente dal cristianesimo con opportune modifiche, sono in realtà molto più complessi della litania che molte di noi hanno imparato ai tempi del catechismo e sono precisati da una serie di norme accessorie molto interessanti. Nella Genesi (cap. 21 e oltre), Dio espone a Mosè una serie di norme di legge e corollari dei suoi Comandamenti, volti a regolare, fino nei minimi dettagli, la vita sociale del popolo eletto. Molti delitti devono essere puniti con la condanna a morte: è punito con la morte chi percuote o maledice il padre o la madre, per es.. Non si fa menzione, invece, dell’aborto, tanto caro alle nostre gerarchie ecclesiastiche, tranne che al versetto 22: quando, durante una rissa, uomini producano l‘aborto in una donna incinta, questi dovranno risarcire il marito, se egli lo vorrà , secondo un importo da lui stabilito. Un reato passibile di sanzione pecuniaria discrezionale, quindi, ben lontano dall’omicidio ossessivamente evocato da questo Papa, dal suo predecessore e dai suoi fedelissimi. Riguardo poi all’inizio della vita, la questione appare ancora più ingarbugliata. Fu Woytila, contraddicendo tutta la dottrina fondante, da Sant’Agostino a San Tommaso, a riconoscere dignità di persona anche ad un grumo di cellule e a sfidare il ridicolo, attribuendo all’embrione, sebbene “inferiore per dottrina”, le capacità di “comprendere, amare Dio e il prossimo” e di “contribuire all’edificazione della Chiesa”. E pensare che, secondo San Tommaso, gli embrioni non parteciperanno alla resurrezione, perché “in loro non era stata ancora infusa l’anima razionale e pertanto non sono esseri umani”! Dopo Woytila, anche il cardinale Tujillo ha rispolverato il consunto adagio della strage di innocenti, perpetrata da donne spregevoli e persino incapaci di pentimento, e ha rincarato la dose assimilando l’aborto propriamente detto anche all’uso di RU486, della pillola del giorno dopo e della pillola contraccettiva. D’altra parte, se il cristianesimo da un lato consacrò la dignità della donna attraverso la figura di Maria, dall’altro si è adoperato nei secoli per consolidare e rafforzare il concetto biblico della donna, cioè della sua creazione dall’uomo e per l’uomo. Fu addirittura necessario un Concilio (a Maçon, nel 585) per stabilire, pur con una risicata maggioranza, che il termine “homo”, nella sua accezione di “essere umano” potesse essere riferito anche alle donne, conferendo a queste (ma non all’embrione) la dignità dell’anima. Ma, nonostante ciò, anche dopo l’attribuzione certa dell’anima, la questione dell’inferiorità della donna è stata confermata, predicata e sostenuta dalla Chiesa fino ai giorni nostri. Fino alla cronaca quotidiana del nostro paese, dove sentiamo ragionare di “privacy” dell’embrione, e di suoi presunti diritti, che dovrebbero prevalere su quelli della madre, ridotta ad insignificante contenitore.
Chi ingaggia queste battaglie finge di non ricordare che il bisogno di Dio non scaturisce dall’esigenza di far nascere quante più persone possibili, o di prolungare artificialmente una vita puramente vegetale. La fede nasce semmai dalla necessità di sconfiggere la morte, per dare all’uomo un’illusione di immortalità e di riscatto dopo gli affanni terreni. La legge, invece, scritta dagli uomini e per gli uomini, non serve a costruire il paradiso, ma a regolare la convivenza civile e, per quanto possibile, a rendere meno doloroso e più equo il breve passaggio degli esseri umani sulla terra. La Chiesa, invece, travalicando la propria funzione e gettandosi senza ritegno nell’agone politico, accusa di omicidio le donne costrette a ricorrere all’aborto e condanna comunque quelle che utilizzano la contraccezione per controllare la propria maternità , facendo prevalere la potenzialità di vita di un embrione sulla vita autocosciente e realizzata della madre.
Detto questo, non si capisce bene a chi si rivolga la Chiesa quando ingaggia queste battaglie, che la maggioranza dei cattolici osservanti, per primi, non condividono e che non appartengono al nucleo fondante della dottrina, ma appaiono, ahimè, pure costruzioni umane e contingenti. Viene il sospetto che si tratti solo di un gioco delle parti con quei politici che, ormai, in difetto di rappresentatività e proni di fronte ad una tonaca qualsiasi, sono disponibili ad elargire favori ben più prosaici degli alti principi morali dei quali si ammanta l’azione delle alte gerarchie ecclesiastiche. Il corpo delle donne e la loro autodeterminazione sono ancora una volta agitati come uno spauracchio e utilizzati come merce di scambio per ottenere ben altri risultati. Non dimentichiamo il sempre più lungo ed oneroso elenco di prebende, alcune estremamente consistenti, che la comunità italiana tutta, cattolica e non, ha elargito suo malgrado alla Santa Sede nel corso del tempo (alcune, sembra, in fase di abolizione o comunque di rimodulazione da parte dell’attuale Governo):
1. Devoluzione di una parte consistente dell’ 8 per mille delle entrate IRPEF, con un meccanismo truffaldino che attribuisce alla Chiesa anche una larga fetta della quota corrispondente a quei contribuenti che non hanno espresso una preferenza in materia.
2. Esenzione dal pagamento dell’ICI
3. Introduzione dell’insegnamento della religione cattolica nella pagella-portfolio (Legge Moratti), oggetto di valutazione come l’italiano, la matematica ecc., rendendo quindi discriminatorio l’esonero da tale insegnamento.
4. Nell’agosto 2005 sono stati immessi in ruolo 9229 docenti di religione, attraverso un concorso formalità previsto per tutti coloro che avevano insegnato per almeno quattro anni consecutivi negli ultimi dieci anni (al momento dell'emanazione del bando di concorso) ed erano in possesso della certificazione di idoneità (morale) rilasciata dall'ordinario diocesano.
5. I neoassunti docenti di religione mantengono lo stipendio che percepivano da precari, a differenza di quelli delle altre discipline che, quando immessi in ruolo, ricevono lo stipendio iniziale della categoria.
6. Il maxi-articolo della Finanziaria 2006 contenente una gradita sorpresa per le scuole paritarie: l'incremento del bonus scolastico che nel 2006 arriverà a 157 milioni di euro. Un bel regalo a fronte del taglio di oltre un miliardo di euro sul bilancio del ministero dell'Istruzione.
7. La circolare ministeriale del 12 dicembre 2005, che autorizza le scuole paritarie ad assumere docenti non necessariamente a tempo indeterminato, come invece prevede la normativa.
Credo che queste cose debbano essere sempre tenute ben presenti e che sia molto importante pretendere, da un lato che la Chiesa faccia il suo mestiere, nei suoi ambiti, dialogando di fede e morale con chi è disponibile a farlo, e che, dall’altro, i nostri politici facciano il proprio sforzandosi di onorare il mandato ricevuto da un Paese che, su innumerevoli questioni, a cominciare dall’aborto e dalla concezione del ruolo della donna nella società , è molto più avanti di loro.
Emilia Giorgetti" ... 16/08/2006
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